Dallo story-telling al ‘telling a story’, come cambia il linguaggio nel turismo

Quante volte si è detto che per promuovere una località o un prodotto particolare bisognasse fare story telling?

La DMO Alta Ciociaria (https://www.altaciociaria.it ) ha preso alla lettera il suggerimento invertendo le parole e facendo comunicazione del tipo ‘telling a story’, creando cioè storie ambientate nel suo territorio. In questo modo promuove una destinazione turistica attraverso dei piccoli videoclip che sono come dei mini-film.

La trama delle storie ripercorre lo schema: problema esistenziale di un personaggio, viaggio nei territori dell’Alta Ciociaria, risoluzione e benessere fiale. Le storie affrontano situazioni familiari che ognuno di noi sperimenta: la famiglia con un adolescente sempre attaccato al telefonino, lo scrittore in crisi di ispirazione, la cuoca in cerca di nuove esperienze gustative e la ragazza che è stata lasciata dal fidanzato. Infine il video che preferisco, quello surreale dove padre, figlio e nonna sono supereroi che continuano in chiave surreale la magia dei misteri delle mura ciclopiche di Alatri.

Il territorio non viene quindi più presentato attraverso immagini di arte o di degustazione di prodotti locali, ma attraverso l’effetto di positività che irradia su tutti i viaggiatori o i turisti che vi soggiornano.

Con questo modo di fare comunicazione (i video sono stati appena rilasciati e possono essere visionati al link https://www.altaciociaria.it/en/video/) la DMO ha fatto una piccola rivoluzione passando dalla presentazione del prodotto all’endorsment da parte di ‘testimonial’. E poco importa se questi testimonial sono attori o persone reali, in fondo nel mondo digitale ognuno di noi si esprime come un attore che recita la propria vita. Siamo tutti protagonisti di una grande rappresentazione teatrale dove la telecamera zoom presenta un professionista in giacca e cravatta e nasconde gli short e le ciabatte.

Secondo il manager Paolo Novi della DMO Alta Ciociaria esperto di turismo, si doveva passare da una presentazione didascalica dei territori, che preferiva soprattutto una lettura ‘intellettiva’ dei luoghi ma che inevitabilmente li metteva in competizione con tanti altri luoghi, ad una emozionale che colpisse il fruitore in uno dei suoi problemi quotidiani.

“Quando mi sono trovato di fronte alla grande bellezza di questo territorio stretto fra Roma e Frosinone, sono stato quasi soffocato da tanta abbondanza. Come si poteva scegliere fra la cattedrale di Anagni, l’abbazia di Casamari, il duomo di Ferentino o la certosa di Trisulti? Ogni scelta sarebbe stata una ‘deminutio’, mentre un elenco sarebbe stato una banalizzazione priva di empatia nei confronti di chi deve scegliere la sua meta turistica”.

Insieme ad Adarte (https://www.adarte.pro), che segue la comunicazione della DMO, e al consiglio direttivo dell’Alta Ciociaria, si è quindi scelto di cambiare il linguaggio della comunicazione. Dal disagio alla soluzione gioiosa, questo il messaggio con cui l’Alta Ciociaria si propone come un luogo dove tutto può accadere, dove la sorpresa è dietro l’angolo.

Uno dei vantaggi che abbiamo avuto è stata la mancanza di una storia comune legata alla promozione turistica che avesse già dato un imprinting allo stile della comunicazione. Questi territori sono sempre andati in ordine sparso e il turismo è stato lasciato alle opportunità legate ai grandi siti di prenotazione online – OTA.

Anche se dobbiamo fare un discorso a parte per Fiuggi e le sue realtà ricettive a 4 stelle. Dopo la crisi del comparto termale (in tutta Italia), alcuni degli albergatori di Fiuggi sono stati capaci di intuire le trasformazioni delle abitudini dei clienti tradizionali e hanno iniziato cercato nuovi target di turisti adeguando le loro strutture.

La loro creatività li ha portate dal semplice adeguamento alle offerte di analoghe strutture in altre parti d’Italia, alla innovazione delle proposte di esperienze di soggiorno. Oggi sono questi alberghi a creare le mode e trend nel mondo delle spa e hanno anche stimolato gli altri operatori a fare network e a presentarsi tutti insieme sotto il cappello Alta Ciociaria.

Ricordiamo che l’hotel Palazzo Fiuggi richiama ospiti di altissimo livello come Oprah Winfrey e un suo post sul pane ciociaro di un panificio di Torre Cajetani è stato visto da 20 milioni di persone (https://www.facebook.com/photo/?fbid=776253370537060&set=pcb.776253443870386).

Un altro elemento di forza di questo territorio è stato il grande lavoro di aggregazione svolto dalla Strada del Vino Cesanese https://www.lastradadelvinocesanese.it, che ha saputo associare non solo le cantine ma anche ristoratori e associazioni culturali (come la nostra Fondazione Horse Museum www.horsemuseumfoundation.org). Il vino Cesanese è sempre più considerato un elemento di valore anche da chi risiede in Alta Ciociaria e una selezione di etichette è presente in quasi tutti i ristorantini e le locande tipiche del territorio. Alla Strada va anche il merito di aver promosso una guida sul Cesanese e i suoi sapori di Repubblica e una Guida ai luoghi del Cesanese di Carlo Zucchetti e Pasquale Pace (https://www.carlozucchetti.it/prodotto/i-luoghi-del-cesanese-2022/).

Le nuove cantine del Cesanese sono state aperte da imprenditori che hanno iniziato per passione e hanno trasferito le loro competenze manageriali nel mondo del vino portando una ventata di freschezza e nuovi linguaggi. Vorrei fare l’esempio de L’Avventura (https://www.agriavventura.it/azienda/ ) e Al Piglio (https://www.alpiglio.com/it/), che in pochi anni hanno l’offerta più completa nel campo dell’enoturismo, e poi permettetemi di citare la nostra realtà di Donna Vittori (www.donnavittori.com) che ha attratto soci internazionali e parte già con una grande esperienza nel mondo del turismo.

Ma torniamo al linguaggio innovativo con cui la DMO ha scelto di promuovere l’Alta Ciociaria. Forse questo linguaggio rispecchia proprio lo spirito innovativo di queste zone che sono ancora uno dei cuori dove si trovano imprese ad alta tecnologia (la vicina Colleferro è stata capitale Europea dello Spazio nel 2022 https://cittadellospazio.it/it/).

Forse la sinergia tra imprese, agricoltura e turismo è maggiore che in altri paesi, ma questo modo di fare comunicazione è innovativo e può rappresentare una vera rivoluzione.

Vedremo ora gli effetti sul pubblico e fra qualche mese racconteremo i cambiamenti che ha portato nel territorio. Quello su cui non c’è dubbio è che gli operatori sono sempre più collegati in rete e che le esperienze di benessere possono portare assoluti benefici al turista.

Venite a trovare il benessere nell’Alta Ciociaria, vi aspettiamo.

Articolo di Claudia Bettiol